Negli ultimi anni il boom tecnologico e il diminuire dell’età media che utilizzano questi strumenti e dispositivi hanno portato benefici ma anche diversi problemi.
In linea generale possiamo dire che i problemi che nascono dall’utilizzo di questi dispositivi sono legati ad un mancato controllo e ad una troppa libertà. É il caso di quanto successo a Muhammad Ashaz che ha dovuto vendere la sua autovettura per pagare un vezzo elettronico del figlio.
Continua nella lettura per conoscere la storia.
Il Sig. Muhammad Ashaz ha lasciato giocare il proprio figlio di 7 anni con il suo cellulare che si è ritrovato a fare numerosi acquisti. Il bambino infatti, grande appassionato di videogiochi e tecnologia, ha utilizzato il cellulare del padre per giocare le partite dei sui game preferiti.
Preso dall’enfasi del gioco e dalla voglia di superare nuovi livelli il ragazzino si è lasciato andare a numerosi acquisti in-app finendo per sostenere una spesa di 1520 euro.
Il bambino, non cosciente del malanno non ha detto nulla al padre che si è trovato letteralmente sorpreso quando si è visto recapitare via posta, la lettere dalla banca. Aveva ricevuto ben 29 conferme di pagamento che andavano dai 2 ai 110€.
Il figlio, appassionato del gioco Dragons: rise of Berk, si è lasciato andare, livello dopo livello, a numerosi acquisti finendo con il spendere una cifra davvero assurda senza nemmeno rendersene conto.
É proprio la mancata comunicazione da parte del figlio che hanno portato a pensare al sig. Muhammad Ashaz che in realtà, quelle comunicazioni, fossero frutto di una truffa o di un’errore da parte di Apple.
“All’inizio ho pensato che fossi stato truffato – ha raccontato Muhammad – non avrei mai pensato che sarebbe stato possibile spendere così tanti soldi per un gioco“.
Appurati gli acquisti, parlato con il figlio e fatta una ricostruzione dei fatti, il signor Muhammad ha in realtà ha scoperto che non si trattava di uno sbaglio e che quei soldi dovevano essere pagati.
Ha così dovuto vendere la sua auto, una Toyota Aygo, per far fronte alle spese impreviste e, secondo l’uomo, totalmente illegittime.
La casa tecnologica di Cupertino è venuta incontro all’uomo rimborsando la cifra di 240 euro. Nonostante questo però, il giovane padre di Colwyn Bay, bel Galles del Nord, ha continuato a sostenere che la nota casa tecnologica ha truffato lui ed il figlio perché non è possibile fare così tanti acquisti in una distanza di tempo così ravvicinata.
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